Le foglie verdi sono l’unico essere vivente al mondo in grado di trasformare la luce del sole in alimenti che tutte le creature possono consumare.
Senza le foglie verdi non ci sarebbe vita sul nostro pianeta, e lo scopo nella vita di tutto ciò che è verde consiste nel produrre la clorofilla. Dedicate alla massima produzione possibile di clorofilla, le foglie verdi crescono, si stendono, si diffondono e occupano rapidamente lo spazio disponibile sotto il sole.
Per questo motivo dobbiamo continuamente potare, tosare e cimare l’erba, i cespugli e gli alberi che ci circondano.
La clorofilla
La molecola della clorofilla costituisce la base per ogni forma di carboidrato sul pianeta, il che significa che non vi è zucchero, miele, patata, pasta, riso o pane che non abbia origine da una molecola di clorofilla. Tutta l’energia presente nei cibi deriva dal sole.
Le piante utilizzano con intelligenza gli zuccheri creati con la clorofilla, e, poiché non hanno gambe proprie per spostarsi, producono intenzionalmente frutti dolci in modo da attrarre animali, insetti, uccelli ed esseri umani perché le aiutino a spargere i loro semi.
Per questo i frutti appaiono così attraenti ai nostri occhi: hanno colori vivaci, sono dolci e profumati. Un’altra parte importante degli zuccheri prodotti viene trasferita alle radici. Come sapete le radici delle piante hanno un sapore dolce – per esempio le carote, le barbabietole, le patate, le patate dolci e le rape –, ed è per questo che un’ampia percentuale degli zuccheri in tutto il mondo viene prodotta dai tuberi. Non c’è quindi da stupirsi su quale sia lo scopo della dolcezza delle radici. Chi potrebbero attirare così pelose e sporche, nascoste nel terreno? La vita di un’infinita varietà di funghi, microbi, amebe, batteri e microrganismi dipende dagli zuccheri presenti nelle radici delle piante.
In Teaming with Microbes, Jeff Lowenfels e Wayne Lewis ci danno un’idea di quanto sia affollato l’ambiente: «Un cucchiaino da tè di buon terreno da giardino, misurato da genetisti microbici, contiene un miliardo di batteri invisibili, svariate migliaia di metri di altrettanto invisibili ife di funghi, diverse migliaia di protozoi e alcune dozzine di nematodi». Questi microrganismi sono tutti molto golosi, consumano gli zuccheri delle radici delle piante, si moltiplicano e trasformano la materia organica – come animali e piante morti – in minerali inorganici.
La ricchezza e fertilità del suolo dipende totalmente dall’attività dei microrganismi, senza di essi il terreno si trasformerebbe in polvere.
Le radici delle piante sono ricoperte da una sottile peluria costituita da filamenti detti rizoidi, attraverso i quali le piante, insieme all’acqua, assorbono dal suolo i composti minerali disciolti in esso: tramite i filamenti delle radici, l’acqua penetra nella pianta trasportando le sostanze nutritive in tutte le sue parti.
Le piante cominciano ad accumulare sostanze nutritive molto prima che si formino i semi, e quale posto migliore delle foglie per immagazzinare e conservare sostanze.
Ci si potrebbe chiedere: «Allora non sono i semi la parte più nutriente delle piante?». Sebbene i semi siano in effetti molto ricchi di sostanze nutritive, le piante non vogliono che i loro «piccoli» vengano mangiati, quindi li proteggono riempiendoli di ogni sorta di inibitori, alcaloidi e altri elementi velenosi.
Il periodo migliore per raccogliere le verdure è prima che si formino i semi, perché è allora che le foglie verdi contengono la più alta concentrazione di sostanze nutrienti, che cominciano ad accumularsi all’interno dei semi dopo la sbocciatura.
Una volta caduti i semi, le foglie rimangono pressoché prive di sostanze nutritive, diventano gialle e quindi marroni, amare e dure, e infine cadono dalla pianta sicché le sostanze rimanenti ritornano nel suolo e la pianta può riposare fino alla successiva stagione.
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