INNO AL MAESTRO PITAGORA
LETTERA
Ciao Valdo. Ti scrivo per rinnovare ancora una volta la profonda ammirazione che provo nei confronti di tutto il tuo pensiero filosofico e igienista.Con l'occasione mi piacerebbe che dedicassi una tua tesina alla ineguagliabile figura di Pitagora, anche attraverso questo testo che ho trovato ( http://www.mednat.org/germi_teoria2.htm) e che ne traccia mirabilmente la grandezza.
Elena
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PITAGORA FILOSOFO E MAESTRO DI VITA
PRINCIPI E LEGGI DELLA NATURA
Esistono dei principi e delle regole naturali che sono eterne ed immutabili, e che qualche mente eccelsa riesce a notare, a scoprire, ad inquadrare in uno schema logico e sintetico chiamato legge, postulato, teorema. Questo succede in tutte le scienze esatte, siano esse matematica, geometria, fisica, chimica, biochimica o microbiologia. Pitagora aveva una mente universale che copriva tutti i fronti, era un multi-scienziato ante-litteram. Non a caso, illuminò il mondo intero, sia ai suoi tempi che in quelli successivi.
TROPPO GRANDE PER NON INGELOSIRE PAPI E CARDINALI
Riuscì a far filtrare il suo sapere attraverso i secoli e i millenni, nonostante la furibonda e demenziale persecuzione attuata nei suoi confronti dalle autorità ecclesiastiche, retroattivamente gelose della sua grandezza che metteva in secondo piano quella del loro Profeta. Pitagora non era nato in una mangiatoia, al pari di Gesù, ma era pure lui stato concepito da una madre-madonna ingravidata non da un padre comune e naturale ma dallo spirito divino, almeno così voleva la leggenda. Già questo bastava a renderlo estremamente scomodo ed ingombrante agli occhi della chiesa.
PITAGORA INSEGNÒ AL MONDO IL GALATEO DEL CORPO E DELL'ANIMA
Non ci è dato sapere se Gesù, vissuto 600 anni dopo, fosse al corrente del suo antenato Pitagora. Possiamo solo dire che, se lo avesse conosciuto culturalmente, ne avrebbe inglobato di sicuro spirito e principi, facendone magari una religione alternativa per sé e per i suoi discepoli. Avrebbe pure approvato integralmente I Versi Immortali, il solo scritto pitagorico originale giunto fino a noi.
ASSORBÌ IL MEGLIO DEL MEGLIO PER TRAMANDARLO AI POSTERI
Pitagora significa, tanto per capirci, Platone, Aristotele e Socrate messi assieme. Pitagora significa Parmenide, Ippocrate e Galeno riuniti per incanto. Pitagora significa Orazio, Ovidio, Virgilio, Seneca e Cicerone in unica sintesi. Pitagora vuol dire padre della naturopatia e del salutismo naturale, della filosofia, della politica, della matematica, della musica, dell’eugenetica, del femminismo. Egli assorbì magicamente il meglio del meglio del mondo antico, e lo tramandò ai posteri. Insegnò all’umanità intera il rigore e la precisione, la saggezza e l’educazione, il galateo del corpo e dell’anima.
VERITÀ CHE NON HANNO SCADENZA
Un Dio in matematica, un ingombrante vecchio per il resto. Oggi, tutti gli studenti del mondo, dalla California all’Iran, dalla Svezia al Giappone, lo ricordano grazie ai suoi famosi teoremi sul triangolo rettangolo, dove il quadrato costruito sull’ipotenusa è sempre uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti. Una verità utile ed importante che valeva ai suoi tempi e resta valida oggi, come lo sarà tra 50 mila anni.
MATEMATICO DA OSANNARE MA FILOSOFO SCOMODO DA INSABBIARE
Non c’è problema di geometria che si possa risolvere senza ricorrere a Pitagora. Ma, se nessuno osa contestare Pitagora in termini di matematica, il Pitagora scienziato viene invece tenuto nella naftalina, o meglio ancora sotto la sabbia. Troppe cose giuste e veraci ha detto. Troppi insegnamenti illuminanti ha formulato. Troppe tracce filosofiche e comportamentali di carattere etico e pratico ha lasciato, tutte contrarie e scomode, tutte in netto contrasto con quanto si sta predicando e facendo, nei nostri tempi sregolati ed intrisi di volgarità, imbrogli e materialismo. Troppi sensi di colpa lascia all’uomo medio di oggi, per essere adottato, come meriterebbe, a simbolo universale del sapere e del sentire.
AL PARI DI LEONARDO, PITAGORA AMAVA E DIFENDEVA GLI ANIMALI
Chi ignora, snobba, odia Pitagora, fa altrettanto nei riguardi di Leonardo da Vinci. Che si tenga i suoi teoremi, che li insegni pure a tutti i nostri figli, e morta là, è stato il tacito ed univoco motto del mondo contemporaneo. Già la chiesa lo ha messo all’indice e gli ha bruciato una ad una tutte le sue opere, tutte le sue tracce scritte, facendo un repulisti minuzioso, durato secoli, in tutte le biblioteche e in tutti i monasteri. Avrà avuto i suoi bravi motivi, concludono gli antipitagorici, spiazzati dal suo rigore etico-scientifico e dal suo fervido amore per la natura e gli animali.
VERRÀ GIORNO IN CUI, SCRISSE L'AUTORE DELLA GIOCONDA
Gli stessi poi che confinano riduttivamente l’eclettico e il pitagorico Leonardo al quadro della Gioconda e ai suoi disegni tecnici di sottomarini, aerei ed elicotteri, ignorando e scartando la sua grandiosa eredità filosofico-etico-medicale. Quel lascito che si concretizza in quelle due massime che Da Vinci amava ripetere: "Verrà giorno in cui l’uccisione di un singolo animale sarà considerata come orrendo crimine" e, per il settore igienistico, "Impara non a curare la malattia, ma piuttosto a mantenere al meglio la tua salute".
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RISPOSTA
IL FARO DI PITAGORA NON SO È MAI SPENTO
Ciao Elena. Sono grato a te per la segnalazione, ed anche all'amico dr Paolo Vanoli di aver preso quanto sopra da diverse mie tesine e di averlo pubblicato sul suo ottimo sito. Una testimonianza di apprezzamento verso Pitagora e anche un po' nei riguardi del mio lavoro. Non chiedermi però di fare una tesina su quanto ho già scritto. Mi limito, almeno per ora, a riproporre la versione selezionata su Mednat.
Valdo Vaccaro
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