LETTERA
Buongiorno Valdo, mi sono imbattuta in questo articolo che afferma che la polenta causerebbe tumore all'esofago http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/10/10/news/tumori-all-esofago-imputata-la-polenta-foto-sondaggio-1.7898050 e per curiosità ho provato a fare ulteriori ricerche scoprendo che anche Veronesi in passato aveva dichiarato che fa più morti di tumore la cattiva alimentazione che non lo smog e che i veri pericoli, più che nei tubi di scappamento delle automobili sono nascosti nei preoccupanti livelli di aflatossine e micotossine cancerogene presenti nella polenta e nel latte".http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/cronaca/smog1/verosmog/verosmog.htmlEcco l'articolo.
Un abbraccio Elena
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DOCUMENTO
PRIMATO EUROPEO DI PORDENONE
Primato europeo per Pordenone per l’alta correlazione di tumori all’esofago provocati dall’abitudine di consumare molta polenta, soprattutto calda, insieme a grappa e caffè. I risultati di uno studio europeo porrebbero la provincia come la terza città d’Europa per la patologia tumorale, e a citarlo è stato ieri Roberto Defez, primo ricercatore Consiglio nazionale ricerche, istituto di genetica e biofisica, del Cnr di Napoli, in occasione del convegno organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e dal Pontificio consiglio Giustizia e Pace.
PIÙ CHE POLENTONI, I PORDENONESI ASSUMONO GRAPPA, VINO BRULÈ, CAFFÈ E BEVANDE BOLLENTI
Un regime alimentare a tutto polenta, come in uso, almeno un tempo, nel Nord-Est, può nascondere dei rischi legati alla presenza di fumonisine, delle tossine che, in forti concentrazioni, possono indurre tumori all’esofago oltre a rallentare l’assunzione di acido folico, e ciò nelle gestanti diventa un grave fattore di rischio. Nel suo intervento dedicato allo sviluppo sostenibile, Defez ha ricordato che nel 2007 il Regolamento 1126 ha introdotto un tetto delle fumonisine nei prodotti alimentari, differenziando il valore nell’alimentazione destinata agli adulti da quella dei bambini.
PRESENZA DI FUMOSINE
Secondo una analisi effettuata dal ricercatore Cnr su 77 polente in commercio, la composizione di quelle da agricoltura biologica avrebbe un valore di fumonisine due volte superiore alla media. Chiedo un’etichetta trasparente, ha detto Defez, con indicazioni delle fumonisine di quello specifico campione in commercio. Defez ha poi ricordato studi pubblicati che indicano Pordenone, dove la polenta rientra nelle abitudini alimentari locali, come la terza città in Europa per alta correlazione di tumori all’esofago, ma gli autori degli studi indicano anche come fattori di rischio le grappe e il caffè.
CARCINOMI ALL'ESOFAGO SOPRATTUTTO PER I MASCHI
Il carcinoma dell'esofago colpisce soprattutto gli uomini. In Italia la media è di 4 casi su 100.000, con punte più alte a Nord-Est dovute, in parte, al maggior consumo d'alcol e all'abitudine di ingerire polenta molto calda. Si tratta di fattori ai quali non può essere attribuita per intero la responsabilità dell’insorgenza del carcinoma. Si stima che lo influenzi circa per il 20%, come dire che gli stili di vita possono incidere sulla nostra salute.
IN GIAPPONE, SUDAFRICA, IRAN E NORMANDIA SI ARRIVA A 25 CASI SU 100 MILA
Una diffusione molto elevata del tumore dell’esofago si è registrata anche in altri Paesi come Giappone, Sudafrica, Normandia e Nord dell'Iran, dove la media degli uomini colpiti arriva anche a 25 su 100.000. I fattori sotto accusa sono ancora una volta legati all'alimentazione, e in particolare all'abitudine di consumare alcol o bevande bollenti.
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RISPOSTA
PIÙ CHE POLENTA È QUESTIONE DI CADAVERINA FUMANTE DI GRAPPA DOC E DI VINO BRULÈ
Ciao Elena. Grazie per l'articolo. Non è a mio avviso il caso di demonizzare la polenta, ma piuttosto quello che viene assunto con la polenta. Salsicce, musetto e carni grigliate in primo luogo. Grappa, caffè, vino brulè, the bollente, e altre bevande alcoliche. Queste sono le vere sostanze da prendere in considerazione.
LE ACRILAMIDI SUPERANO DI GRAN LUNGA IN PERICOLOSITÀ LE AFLATOSSINE
Altra cosa non abbastanza evidenziata è il pericolo delle cotture elevate. Qui di parla di pericolosità di aflatossine e di micotossine. Nessuno parla delle acrilamidi che si formano a 110°C su qualsiasi carboidrato, incluso polenta, pizza, pani, focacce, grissini, cracker, biscotti. Nessuna legge prevede di imporre educazione vera ai cuochi analfabeti che in televisive insegnano alla gente ad infornare prodotti a oltre 200 °C. Nessuna legge impone ai pizzaioli di fare le pizze sottili e di cuocerle al minimo.
LEGGI ALIMENTARI GRAVEMENTE LACUNOSE
Nessuna legge impone una etichetta con i tempi e i gradi di cottura, mettendo il popolo alla mercé dei bruciatori indefessi di carboidrati, autentici pericoli pubblici in libera circolazione. Da notare che le acrilamidi sono veleni 100 volte più pericolosi delle aflatossine e delle micotossine. Chiederlo al professor Giorgio Uccella, della Accademia delle Scienze di New York e di Londra, nonché docente a Catanzaro.
Valdo Vaccaro
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